COMUNITA’ DI VALLE: REVISIONE, NON STRAVOLGIMENTO

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In merito a quanto riportato questa mattina sui principali media della provincia, come Gruppo consiliare provinciale dell’Unione per il Trentino intendiamo proporre alcune riflessioni.
Innanzitutto spiace che ci si sia soffermati molto sulle modifiche forzando una contrapposizione tra quanto “fatto nella scorsa legislatura” e quanto “fatto nella nuova legislatura”: riteniamo che questa sia una chiave di lettura semplicistica e non corretta.
E’ infatti necessario calare le leggi e le riforme nell’ambiente e nel contesto storico che le hanno create.
Lo ribadiamo per iscritto, come del resto abbiamo anche fatto in aula durante la discussione delle modifiche istituzionali: la legge 3 del 2006 che prevedeva la costituzione delle Comunità di Valle come ente intermedio da eleggere direttamente da parte dei cittadini era una buona legge, che permetteva di superare quell’incompiuta rappresentata dai Comprensori, con una forma istituzionale nuova e più forte alla quale affidare competenze dirette e non semplicemente deleghe.
Certo si trattava di farlo in un Trentino che allora contava ancora 217 comuni, una piena occupazione a tutti i livelli e previsioni di bilancio che apparivano rassicuranti.
Il 2008 e la crisi globale che ne è derivata hanno sconvolto il mondo e anche la nostra Provincia la quale, pur essendo stata fino a quel momento quella che potremo definire un’isola felice, non è – come ben sappiamo – un’isola vera e propria disgiunta dal resto del mondo.
Eccoci quindi al 2014 con il corollario di crisi, occupazionale ed economica, tristemente noto, e con i tagli richiesti da un governo centrale a volte frettoloso di recuperare risorse senza soffermarsi sul contesto e sulle evidenti capacità amministrative dei territori – e il Trentino è certamente tra questi – che quelle risorse sono state in grado di produrle e ben utilizzarle.
Inutile girarci intorno, è finita un’epoca, sono crollati sistemi sociali e finanziari e non si tratta di una crisi ciclica bensì di un cambio epocale dopo il quale nulla sarà più come prima.
E allora il Trentino, anche in seguito ad un pronunciamento della corte costituzionale che ha bollato l’elezione diretta della Comunità come non possibile, deve cambiare marcia e con la revisione della legge istituzionale approvata lo scorso 6 novembre ha cominciato a farlo.
Non si è trattato però di cancellare tutto ciò che esisteva prima, ed era stato costruito con lungimiranza e buona fede, ma di rimodulare l’esistente alle mutata realtà e alle mutate esigenze dell’oggi.
Il risultato è che le Comunità di Valle sono rimaste, così come sono rimaste le competenze primarie ad esse affidate che non sono tornate ad essere deleghe come avveniva nei comprensori. Su tutto è rimasto, pur con la necessaria introduzione dell’elezione indiretta, l’importante ruolo politico che le Comunità esercitano, ovvero quello di rappresentare un centro di sintesi per i progetti politici e amministrativi nati dal confronto tra le varie amministrazioni comunali.
E proprio a partire dai Comuni, fondamentali luoghi di vita e democrazia che, lo ribadiamo convintamente come consiglieri provinciali dell’Upt, in nessun modo dovranno essere obbligati a fondersi contro la loro volontà, è già partita da alcuni anni una nuova tendenza a guardare oltre ai campanili in nome del risparmio e della semplificazione per garantire più servizi possibili ai cittadini, garantendo nel contempo uno snellimento dei bilanci.
Il Comune di Ledro e i Comune di Comano Terme, per fare due esempi, nati dall’Unione di amministrazioni avviate sui territori prima della revisione delle riforma, e le fusioni che riguardano i Comuni della Val Daone e di San Lorenzo e Dorsino, e ancora il prossimo realizzarsi del Comune della Predaia in Valle di Non, ci dicono che il Trentino è già pronto a cambiare; e lo stesso ci dicono i contatti e il frenetico lavoro che stanno compiendo altre municipalità in ogni valle della provincia per cercare, dove possibile, di collaborare, condividere servizi o fondersi, in piena legittimità e libertà di scelta.
La gente, e con essa la gran parte degli amministratori, ha capito che solo facendo squadra e lavorando assieme il più possibile saremo in grado di continuare ad essere quella terra efficiente, capace e laboriosa che storicamente siamo sempre stati.
La Comunità di Valle dunque è rimasta, e avrà un ruolo importante di supporto ai Comuni e di ponte con la Provincia, e questo lo dobbiamo all’intuizione che nel 2006 diede il via alla prima riforma.
In questo processo il Gruppo consiliare dell’Unione per il Trentino intende continuare a lavorare per la collettività ed in modo responsabile, come del resto dimostrato negli ultimi passaggi consigliari, in modo da ottenere dei risultati che in ambito politico e gestionale permettano ai cittadini trentini di ogni Comunità di sentirsi al contempo ascoltati e coinvolti. Crediamo infatti che il protagonismo territoriale e la voglia di partecipazione siano la benzina necessaria per farci guardare con fiducia al Trentino di domani.

Cons. Gianpiero Passamani
Cons. Pietro De Godenz
Cons. Mario Tonina