Agitu non c’è più. E’ stata trovata senza vita nella sua casa, in quel maso in Valle dei Mocheni dove era riuscita a ricostruirsi una vita dopo essere fuggita 10 anni fa dall’Etiopia, dove era una attivista per i diritti dei poveri ai quali veniva espropriata la terra; aveva lottato e poi, minacciata per le sue azioni e idee aveva deciso di andare via per costruirsi un futuro migliore, arrivando in Trentino.
Dopo aver lavorato in un bar era riuscita a farsi imprenditrice con un progetto per salvare dall’estinzione le capre di razza mochena che in pochi anni era diventato, grazie alla sua incredibile forza d’animo e alle sue capacità, tantissimo altro: un allevamento di 200 capi, un caseificio, un agritur, un punto vendita dei prodotti delle “capre felici” – così si chiamava la sua attività e così lei amava raccontarla – aperto poco tempo fa in Piazza Venezia a Trento. Agitu era una forza della natura, un ciclone che ti prendeva con il suo sorriso e ti coinvolgeva nei suoi progetti; su tutto, era una donna forte, inarrestabile, un esempio di integrazione che trasformava il suo maso in un luogo di accoglienza, lavoro e cultura. Era, giustamente, molto orgogliosa di quanto aveva realizzato e di essere riuscita a dare lavoro a chi ne aveva bisogno. Ora una cieca e ottusa follia ha fermato la sua vita terrena, ma non il suo esempio e il suo ricordo che rimarranno con noi e con tutti quelli che le hanno voluto bene, per sempre. Mi stringo agli amici e ai cari di Agitu con il cordoglio e la preghiera in questo momento di dolore e incredulità di fronte a quanto successo. Ciao Agi e grazie per la tua splendida ed esemplare esistenza. cons. Pietro De Godenz