CONS.DE GODENZ: TURISMO TRENTINO,NECESSARI INTERVENTI URGENTI E DI PROSPETTIVA

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Turismo trentino – emergenza in corso: necessari interventi urgenti e di prospettiva
E’appena finito il periodo delle feste natalizie. Per il nostro Trentino si è trattato di settimane atipiche e terribili, caratterizzate dalla chiusura praticamente totale delle attività turistiche legate allo sci, da sempre vero volano della nostra economia. Ironia della sorte, la neve è scesa come mai aveva fatto da oltre vent’anni a questa parte, ammantando tutto di bianco e colorando, giustamente, di nero, l’umore di tutti i lavoratori e imprenditori del comparto.
Non possiamo più tergiversare. Come io stesso, assieme ad alcuni colleghi consiglieri avevo già anticipato con veemenza durante i lavori per l’approvazione del bilancio provinciale di fine 2020, si deve ora davvero accelerare in ogni modo, dal livello di gestione provinciale alla contrattazione con lo Stato, per quanto riguarda il comparto turistico.
Per prime dobbiamo pensare alle famiglie: parliamo di 15.000 lavoratori stagionali – molti di più se si considera l’indotto – che rischiano di rimanere disoccupati e totalmente senza reddito. Finiti gli insufficienti supporti dati dagli ammortizzatori sociali cosa faranno tutte queste lavoratrici e lavoratori? Pensiamo davvero che possano bastare i 1000 euro pro capite – percepiti tra l’altro non da tutti i lavoratori – del Ristori 4 per risolvere il problema? Certamente no. Stesso discorso può, e deve, essere fatto per le imprese: contributi una tantum, Ristori e sovvenzioni possono essere un palliativo, non la soluzione definitiva.
Bisogna ripartire, riaprire e far lavorare, ovviamente in piena sicurezza, rispettando protocolli e definendone di nuovi se necessario, tutti quanti ne hanno ancora bisogno e forza. Molte imprese sono allo stremo e, come anche ricordato dai rappresentanti sia del settore alberghiero che degli impianti a fune è ora necessario, dopo lo stop all’apertura nel periodo natalizio – che rappresenta oltre un terzo degli introiti di una stagione invernale – avere la certezza di una data di riapertura; si era parlato del 7 gennaio, poi del 18, ritengo che di questo passo arriveremo al 25: insistiamo però perché una data sia stabilita con chiarezza e si possa ripartire. Lo ripeto, ben vengano Ristori certi e sussidi garantiti per coloro i quali – lavoratori, albergatori, ristoratori, impiantisti – aggiungo gestori di rifugi e maestri di sci, al momento esclusi – ora sono terrorizzati pensando al futuro e attendono concrete risposte, ma non sono sufficienti. L’unica soluzione è fare in modo che il sistema non salti e torni a girare. La mancata partenza della stagione ha avuto, come ricordato anche dai sindacati, dal Presidente degli albergatori trentini Bort e dai vertici degli impiantisti, un impatto drammatico, poiché il turismo invernale per la nostra Provincia vale all’incirca un miliardo di Euro e le due settimane da Natale alla Befana portano nelle casse del sistema oltre 250 milioni. I conti, drammatici, sono presto fatti, così come è intuibile il rischio KO anche per l’indotto e i servizi correlati. Aggiungo alcuni altri dati.
In base alle stime dell’Istituto provinciale di statistica sulla spesa turistica, pernottamenti presso alberghi e strutture extra-alberghiere producono, in una stagione normale e per il solo periodo di Natale, 80 milioni di ricavi in un mese. La ristorazione e l’alimentare di montagna altri 60 milioni. Lo sport, che d’inverno vuol dire soprattutto sci, almeno 30 milioni. Altri 30 milioni è il fatturato che i negozi fanno con i turisti. Senza contare appartamenti privati e seconde case e coloro i quali raggiungono le nostre località per fare un giro o per sciare senza fermarsi a dormire. Tutto, o gran parte, di quanto appena elencato quest’anno non sarà incassato e per tamponare la situazione serviranno, secondo le stime, quantomeno 100 milioni di ristori; altrimenti non si comprometteranno solo i bilanci 2020 ma anche il 2021 partito già malissimo, rischierà di divenire l’anno nel quale molte imprese chiuderanno per sempre. Insomma, dobbiamo lavorare concretamente per salvare i redditi, in primis delle famiglie, e quindi delle imprese: le persone non possono vivere di oboli “una tantum” e le aziende di date incerte e promesse vaghe. Pertanto riprendiamo da dove ci eravamo lasciati a fine dicembre dando vita ad un tavolo con sindacati, imprenditori, maggioranza e minoranze in Consiglio provinciale al fine di giungere in tempi brevi a una vera e propria conferenza per studiare assieme come reperire nuove risorse e soluzioni; Ripartiamo immediatamente dalla concretezza, aggiungendo ogni ulteriore sostegno possibile per lavoratori e imprese e tenendo fisso lo sguardo verso le olimpiadi 2026 che sono, non mi stancherò mai di ripeterlo, una occasione irripetibile da cogliere al meglio. Ancora, pensiamo a migliorare i collegamenti della nostra provincia con il resto della nazione e del mondo. In tal senso ritengo strategica la scelta di puntare con decisione a una partnership con l’aeroporto Catullo – snodo di collegamento vitale per il turismo verso il quale va ripresa la proposta della realizzazione di un collegamento diretto avanzata un anno fa, e non a caso, da tutti gli operatori – rendendo subito visibili a chi atterra il Trentino e le Dolomiti. Dobbiamo continuare a internazionalizzarci, mantenendo i posti di lavoro – anzi, se possibile, aumentandoli – e il nostro ruolo di riferimento a livello internazionale per gli sport invernali e i grandi eventi.
Il Trentino è sempre stato all’avanguardia nello studiare modalità di mantenimento e sostentamento del suo sistema economico-sociale montano. Facciamo, ancora una volta, vedere al resto della nazione di cosa siamo capaci, confrontandoci e collaborando il più possibile con il vicino Alto Adige, sia sulle strategie che sull’ottenimento di nuove risorse.
Le cittadine i cittadini, le categorie professionali, i nostri imprenditori, i lavoratori dipendenti, i liberi professionisti, gli amministratori, tutti, ci stanno chiedendo di non essere lasciati soli e di essere davvero sostenuti. Non dobbiamo deluderli. Cons. Pietro De Godenz