CONS. PASSAMANI: CINGHIALI IN VALSUGANA GESTIRE LA SITUAZIONE E SOSTENERE AGRICOLTORI E ALLEVATORI

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«Già abbattuti trecento cinghiali»
 

Valsugana Dallapiccola risponde a Passamani: «Noi rispettiamo la fauna»

ALTA VALSUGANA – Possiamo fare qualcosa per limitare il numero dei cinghiali? «Nel corso dell’estate è andata aumentando la presenza di cinghiali nella zona dell’Alta Valsugana, in un territorio esteso dall’Altopiano di Piné (Miola in particolare, con ripetuti danni a orti e coltivazioni), frazioni perginesi di Nogaré e Madrano, Panarotta, catena del Lagorai, rilievi in destra Brenta» scriveva il consigliere provinciale dell’Upt Passamani in una interrogazione «question time». Ponendo l’allarme: «L’ espansione spaziale e numerica dei capi e i ripetuti danni (soprattutto notturni) registrati da agricoltori nel corso di quest’anno hanno aumentato l’allarme, l’insicurezza e la necessità di un intervento»
Ieri l’assessore Michele Dallapiccola è intervenuto in aula per rispondergli: «La ringrazio per l’occasione di poter fare chiarezza su questo sentito tema. Lei sa che la responsabilità è per la nostra Provincia sempre al primo posto. Nel rispondere alla sua domanda posso dire che l’anno scorso gli abbattimenti in Trentino sono stati quasi 300 dei quali 50 per la sola Valsugana. Questo lo abbiamo fatto per regolare la specie e senza clamore mentre ad esempio l’Alto Adige ha dato enfasi al fatto di aver eliminato 9 cinghiali».
Passamani chiedeva infatti di fare in Valsugana come si è fatto in Val di Ledro, Storo e Nago Torbole, dove sono già stati autorizzati prelievi da parte dei cacciatori, in base all’art. 29 della legge sulla caccia del 1991.
Dallapiccola ha rivendicato la correttezza della mattanza di 500 cinghiali: «Noi operiamo nel rispetto della fauna e dell’ambiente e lo facciamo in piena collaborazione con l’Associazione cacciatori e ovviamente con il Servizio Forestale. Per rispondere in riferimento ai danni comunico che lo scorso anno sono stati erogati a titolo di rimborso complessivamente 107 mila Euro: 54.300 per danni ai pascoli, 36.000 per prati, 14.900 per danni a mais e 2.200 per danni a viti. In conclusione -a ha detto l’assessore – tengo a dire che per la zona di cui lei si è fatto portatore di interesse sono state messe in campo tutte le modalità possibili a regolare il fenomeno. Ovviamente dovremo vedere se avranno portato risultati al prossimo censimento».
Nella replica Gianpiero Passamani si è detto soddisfatto della risposta sottolineando l’esigenza di una direzione chiara da intraprendere per dare ai cittadini interessati ? allevatori e coltivatori ma non solo ? soluzioni durature. «Confermo che grazie all’applicazione della legge del 1991 in destra Brenta il problema risulta ottimamente gestito mentre così non è ancora per la sinistra Brenta. Auspico quindi che anche per la sinistra Brenta a breve venga attuata questa normativa già attuato con successo in passato. Spero che nella prossima riunione del Comitato faunistico si dia quindi il via libera a questa applicazione» ha concluso il Capogruppo Upt Gianpiero Passamani.
FONTE: Quotidiano L’ ADIGE del 13 settembre 2017

L’assessore Dallapiccola ha fornito il dato del 2016 rispondendo al “question time” di Passamani

«In Valsugana i cinghiali abbattuti sono 50»

VALSUGANA La presenza, sempre più massiccia dei Cinghiali in Valsugana è approdata in consiglio provinciale grazie al question time presentato dal consigliere dell’Upt, Gianpiero Passamani. «Nel corso dell’estate – ha affermato Passamani – è andata aumentando la presenza di cinghiali nella zona dell’Alta Valsugana, in un territorio esteso dall’Altopiano di Piné (Miola in particolare, con ripetuti danni a orti e coltivazioni), frazioni perginesi di Nogaré e Madrano, Panarotta, catena del Lagorai, rilievi in destra Brenta. L’ espansione spaziale e numerica dei capi e i ripetuti danni (soprattutto notturni) registrati da agricoltori nel corso di quest’anno hanno aumentato l’allarme, l’insicurezza e la necessità di un intervento di regolamentazione della presenza di questi suidi nel territorio dell’ Alta Valsugana. Danni alle coltivazioni (frutteti e piccoli frutti), scavo del tessuto erboso stanno a dimostrare come la loro presenza non sia più sporadica o confinata alle aree più boscose e selvagge, ma anche incompatibile con le attività agricole e l’antropizzazione». E quindi il consigliere ha chiesto «quanti abbattimenti siano stati effettuati e previsti, quali modalità di intervento intenda attuare la Provincia per il contenimento delle popolazioni di cinghiale nell’area della Valsugana, quali siano gli orientamenti del Comitato faunistico provinciale e quali misure siano previste a eventuale indennizzo degli agricoltori danneggiati». L’assessore Dallapiccola ha risposto che «l’anno scorso gli abbattimenti in Trentino sono stati quasi 300 dei quali 50 per la sola Valsugana. Questo lo abbiamo fatto per regolare la specie e senza clamore mentre ad esempio l’Alto Adige ha dato enfasi al fatto di aver eliminato 9 cinghiali. Noi operiamo nel rispetto della fauna e dell’ambiente e lo facciamo in piena collaborazione con l’Associazione cacciatori e ovviamente con il Servizio Forestale. Per rispondere in riferimento ai danni comunico che lo scorso anno sono stati erogati a titolo di rimborso complessivamente 107.000 euro: 54.300 per danni ai pascoli, 36.000 per prati, 14.900 per danni a mais e 2.200 per danni a viti. In conclusione tengo a dire che per la zona di cui lei si è fatto portatore di interesse sono state messe in campo tutte le modalità possibili a regolare il fenomeno. Dovremo vedere se avranno portato risultati al prossimo censimento».


FONTE: Quotidiano TRENTINO del 13 settembre 2017