CONS. PASSAMANI: GLI ALPINI, PATRIMONIO DI TUTTI

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FONTE: Quotidiano TRENTINO del 16 marzo 2016

Viste le polemiche accesesi negli scorsi giorni e riportate a vario titolo sugli organi di informazione locale riguardanti il possibile svolgimento dell’Adunata Nazionale degli Alpini nel 2018 a Trento, ritengo opportuno procedere con alcune riflessioni.
Ieri come ogni anno, con orgoglio e convinzione, ho partecipato all’annuale assemblea di zona degli Alpini tenutasi a Trento. E’ sempre un onore per me, Sergente degli Alpini in congedo tuttora iscritto all’ANA e attivo nel Gruppo Alpini di Barco di Levico, presenziare agli appuntamenti di quella che ritengo una delle associazioni più meritevoli del contesto associativo provinciale e nazionale. Approfitto quindi per ringraziare tutta l’Associazione Nazionale Alpini e in particolar modo in essa la sezione trentina, per le magistrali operazioni di pace e volontariato – cito per tutte le 25.000 ore di lavoro prestate dalle penne nere per realizzare il nuovo palazzo dello sport a Rovereto sul Secchia duramente colpito durante il terremoto del 2012 in Emilia – e tralascio ogni commento sulle frasi ingiuriose e stupide tracciate da qualche teppista sulle pareti dei palazzi di Via Alfieri preferendo arrivare subito al punto centrale di questa riflessione: gli Alpini, come ho avuto occasione di dire in altri miei interventi, non appartengono al passato bensì al presente e al futuro del nostro Trentino e della nostra Italia e costituiscono un patrimonio insostituibile e sempre attualissimo di radici, valori e tradizioni.
Considero gli Alpini – come gli Schuetzen – esempio virtuoso di aggregazione e lavoro per la società e spero che le divisioni e i contrasti da sempre presenti tra queste due realtà possano un giorno non lontano trovare una ricomposizione. Penso che siano più i punti che accomunano Alpini e Schuetzen di quelli che li dividono: aiutare il prossimo, amare la propria terra, supportare chi ha bisogno, fare opere di protezione civile e solidarietà sono, ad esempio, caratteristiche comuni a entrambi e dalle quali ripartire per costruire una piattaforma di lavoro comune.
Allo stesso modo, ora che sembra più vicino lo svolgimento dell’Adunata Nazionale a Trento previsto per il 2018, coltivo la convinzione e la speranza che il nostro Capoluogo possa diventare un simbolo di convivenza e incontro civile, un luogo entro il quale anche anime e percorsi diversi ma egualmente meritevoli possano camminare e lavorare assieme.
L’Adunata del 2018 potrebbe allora incarnare davvero un momento di svolta nei rapporti e nel modo di pensare e agire e il Trentino potrebbe dimostrare per l’ennesima volta di essere un territorio ricco e culturalmente plurale, capace di tradurre il forte senso di appartenenza ad un corpo o a una missione, mutandolo in azioni di pace e generosità nei confronti del prossimo e valorizzando ulteriormente quel volontariato diffuso che viene preso ad esempio in tutto il Paese.
Ultimo ma non ultimo, l’adunata degli Alpini nel 2018, se declinata in un clima di distensione e collaborazione tra Penne nere e Cappelli piumati, potrà essere un’occasione per fare vedere ancora una volta cosa sappiamo fare, cosa intendiamo per gestione dell’autonomia speciale, per comunità e per protagonismo territoriale.
Lavorando tutti assieme, ognuno per la sua parte, sono convinto che sapremo rintuzzare nei fatti quelle voglie centraliste che sono ormai evidenti a chiunque, facendo vedere a tutta la nazione, proprio a partire da una stretta di mano tra Alpini e Schuetzen, che un modo di redimere le tensioni e condividere ideali e valori nel quotidiano agire è ancora possibile.

cons. Gianpiero Passamani
Capogruppo provinciale e regionale dell’Unione per il Trentino