La struttura liberty di Levico in stato di abbandono: Passamani chiede l’intervento della Provincia
«Kaffee Buffet, patrimonio da rilanciare»
LEVICO TERME La questione, dibattuta da anni, era tornata in auge in occasione di una serata di Democrazia Partecipata, “La Parola ai Cittadini”, del 18 marzo scorso. La piccola struttura in stile Liberty alla stazione dei treni, risalente al 1896, è così divenuta oggetto di una interrogazione del consigliere Maurizio Dal Bianco, non certo la prima su questo tema, discussa il 15 scorso che ne richiamava «lo stato di sporcizia, abbandono e degrado in cui versa da anni e oggetto di critiche di turisti e cittadini. Un pessimo biglietto da visita». Alla domanda di Dal Bianco che proponeva una acquisizione in comodato della struttura, il sindaco aveva risposto che «l’assessore ai lavori pubblici si è preso l’incarico di valutare con i Beni culturali la possibilità di un intervento che richiederà anche delle valutazioni tecnico statiche per capire il tipo di onere di cui stiamo parlando». Si era rimasti così in attesa di un approfondimento, maGianpiero Passamani ha a sua volta presentato un’interrogazione in Consiglio provinciale, chiedendo alla giunta «se sia a conoscenza delle condizioni in cui versa l’edificio in stile Liberty presso la stazione di Levico Terme meglio noto come “Kaffee Buffet”» e «se sia nelle intenzioni della Provincia procedere a un restauro della struttura al fine di valorizzare un patrimonio storico-artistico e culturale che rischia di rimanere in totale stato di abbandono e degrado». «Una struttura di grande valenza culturale – ha scritto Passamani – e che potrebbe essere valorizzata anche in una prospettiva turistica e identitaria di Levico Terme» che «potrebbe avere una sua collocazione all’interno di un percorso turistico e culturale che coinvolga il parco asburgico e il Grand Hotel Imperial Levico e potrebbe essere una vera e propria “chicca” all’interno dell’offerta turistica di Levico e della Valsugana più in generale». Ancora di proprietà di Rfi, la quale però non ha mai mostrato interesse a un restauro e che sta cedendo alla Provincia la tratta ferroviaria, la struttura è, nella proposta di Passamani, comunque lontana da un’ipotesi di acquisto in comodato da parte del Comune. «Comporterebbe degli oneri – ha detto – anche dal punto di vista gestionale oltre che di ristrutturazione di un monumento storico, che un’amministrazione comunale sopporterebbe a fatica».