CONS. PASSAMANI: UN DISEGNO DI LEGGE PER LA SEMPLIFICAZIONE BUROCRATICA E AMMINISTRATIVA DELLA PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO

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Il Capogruppo Gianpiero Passamani ha appena depositato un disegno di legge a nome del Gruppo consiliare provinciale dell’Unione per il Trentino dedicato alla semplificazione burocratica e amministrativa.

La proposta conclude l’ottimo lavoro preparatorio svolto nella scorsa legislatura dal cons. Renzo Anderle e va a migliorare, rendendo maggiormente efficace nell’attuazione quotidiana, una legge provinciale che già oggi e considerata tra le migliori in Italia.

Scopo principale è quello di procedere ad una semplificazione della burocrazia che sia capace di garantire una maggiore certezza nei tempi dei procedimenti amministrativi al fine di agevolare il rapporto, sempre più complesso e difficile, tra cittadini, imprese e Pubblica Amministrazione.

Si aggiunge di seguito relazione illustrativa del disegno di legge.

                                                                                                          La Segreteria

Modificazioni della legge provinciale sull’ attività amministrativa e della legge urbanistica provinciale

RELAZIONE ILLUSTRATIVA

L’Unione per il Trentino, nel corso della campagna elettorale per le elezioni provinciali del 2013, aveva promesso un’azione incisiva verso una maggiore semplificazione burocratica nel corso della nuova legislatura; già nella scorsa legislatura il Gruppo consiliare dell’Unione per il Trentino, ed in particolar modo il consigliere Renzo Anderle, aveva elaborato una proposta di legge volta ad approcciare un tentativo di semplificazione burocratica cercando di garantire, al tempo stesso, una maggiore certezza nei tempi dei procedimenti amministrativi al fine di agevolare il rapporto, sempre più complesso e difficile, tra cittadini, imprese e Pubblica Amministrazione.

La qualità di tale rapporto è certamente un indicatore molto significativo del grado di evoluzione raggiunto da una società e da questo punto di vista l’Italia non può certo considerarsi tra i Paesi all’avanguardia. La complessità dell’apparato normativo, l’incertezza interpretativa delle leggi, la stratificazione dei livelli decisionali, le inefficienze della macchina burocratica ed altro ancora hanno creato una situazione di diffuso disagio, che a volte assume i toni dell’aperta ostilità e che comunque produce un grave deficit di competitività per le imprese e per il sistema economico nel suo complesso.

I tentativi finora condotti di semplificare i rapporti tra PA e i cittadini e le imprese, al centro dell’azione di molti governi non ha prodotto risultati particolarmente significativi, anche se recentemente si sono registrati alcuni segnali incoraggianti.

Il Governo in carica ha fatto della semplificazione e dell’efficientismo il proprio cavallo di battaglia e, anche se a volte commettendo alcune leggerezze legate ad un’eccessiva accelerazione dovute alla situazione politico-economica in cui versa il nostro Paese, sta procedendo con passo spedito in tale direzione.

In Trentino, il tema della semplificazione burocratica ed amministrativa e dello snellimento delle procedure è al centro dell’attenzione delle forze politiche e degli organi esecutivi che si sono succeduti negli ultimi vent’anni.

Risale, infatti, al 1992 la legge n. 23 “Principi per la democratizzazione, la semplificazione e la partecipazione all’azione amministrativa provinciale e norme in materia di procedimento amministrativo”, nel tempo modificata e adeguata ai nuovi orientamenti culturali e alla disponibilità di nuove tecnologie di comunicazione.

Oggi la L.p. 23/92 si presenta come un disegno organico, che fissa alcuni concetti importanti come i “termini del procedimento”, individua strutture e figure di riferimento altrettanto importanti come il “responsabile del procedimento”, stabilisce modalità nuove e trasparenti di interazione tra cittadino e Pubblica Amministrazione ( modulistica digitale, informazione via web, ecc.), indica percorsi semplificati per la produzione di documentazione (acquisizioni d’ufficio di documentazione) e per l’espressione di pareri da parte di strutture diverse coinvolte nel procedimento autorizzativo (conferenza dei servizi), ecc. Tuttavia, la prassi quotidiana di cittadini e imprese evidenzia con insistenza le difficoltà del rapporto con la Pubblica Amministrazione. Un’alea di grave incertezza caratterizza ancora la tempistica dei procedimenti, la completezza delle documentazioni necessarie ad ottenere autorizzazioni, nulla osta o altri atti amministrativi, le strutture competenti che devono concorrere alla formazione dei pareri necessari al rilascio degli stessi atti, ecc. Ancora troppo sbilanciato, a svantaggio di cittadini e imprese, è, inoltre, il peso degli adempimenti necessari ad ottenere atti che sono necessari all’avvio o allo svolgimento di attività produttive o connesse con le stesse.

E’ chiaro che ridurre drasticamente le normative e snellire l’organizzazione burocratica della Pubblica Amministrazione costituisce un impegno che non può risolversi con una semplice modifica ad una legge, ma deve rappresentare l’obiettivo finale di un progetto di lungo periodo da impostare nel corso dell’attuale legislatura provinciale. E’ chiaro anche che il nodo riferito ai diversi livelli amministrativi coinvolti nel rilascio di autorizzazioni non attiene alla L.p 23/92, ma all’assetto istituzionale della Provincia. Tuttavia, l’introduzione di alcune misure tendenti ad accorciare e, soprattutto, a dare certezza della tempistica, a raccordare le diverse strutture dell’Amministrazione, a limitare le possibilità da parte dell’Amministrazione di richiedere integrazioni alla documentazione prevista e a stabilire l’obbligo di motivare gli eventuali ritardi nello svolgimento dell’iter procedurale, possono contribuire da subito ad agevolare cittadini e imprese.

All’interno di questo quadro generale si colloca la tematica specifica delle procedure connesse alla normativa urbanistica, che impatta fortemente sulla vita del privato cittadino e sulle attività economiche (tutte necessitano di luoghi fisici) e che, soprattutto, determina le condizioni stesse entro cui può operare uno dei settori più rilevanti dell’economia locale: l’edilizia. Su questo fronte, molto dipende dalle modalità di gestione delle norme vigenti ai diversi livelli amministrativi coinvolti. Spesso, infatti, le stesse norme provinciali producono regolamenti diversi a livello comunale (es. regolamento edilizio) che rischiano di generare ingiustificate difformità progettuali e realizzative sul territorio. Sempre in questo ambito si registrano poi, soprattutto nelle Amministrazioni comunali di maggiori dimensioni, vere e proprie “strozzature” burocratiche, determinate dalla molteplicità delle strutture coinvolte e dal carico che sulle stesse strutture grava non solo per lo svolgimento delle pratiche, ma anche per la parallela attività di assistenza (talvolta vera e propria consulenza) cui sono chiamate verso cittadini e professionisti, disorientati dalla farraginosità delle prescrizioni. Una risposta importante ai problemi sopra accennati si ritiene possa essere data proprio attraverso alcune modifiche alla L.P. 23/92 e con una modifica puntuale alla L.P.1/2008. Più in specifico e in sintesi, la proposta di modifica alla L.P. 23/92 più evidente riguarda una definizione stringente della tempistica dei procedimenti amministrativi, con una riduzione del termine massimo a disposizione della Pubblica Amministrazione. A una certezza dei tempi di conclusione del procedimento sono poi rivolte altre misure come i termini per l’avvio del procedimento, la possibilità di richiedere all’istante per una sola volta integrazioni alla documentazione presentata, un termine perentorio per la convocazione delle conferenza di servizi o il termine massimo certo per la conclusione di lavori della stessa conferenza. In parallelo, sono introdotte modifiche volte a introdurre un sistema di controllo delle cause che possono determinare una dilatazione dei procedimenti, rafforzando la responsabilità delle figure apicali dell’organizzazione burocratica provinciale. A maggior tutela degli interessi dei cittadini, è poi prevista la possibilità che nei casi di “silenzio-diniego” l’istante possa chiedere e ottenere le motivazioni di tale atteggiamento da parte dell’Amministrazione. Poiché l’esperienza dimostra che anche all’interno delle amministrazioni comunali si possono verificare lungaggini patologiche, aggravate nel caso di procedimenti allo stesso tempo di livello comunale e provinciale, la presente proposta fa carico alla Provincia di definire le modalità organizzative della conferenza di servizi convocata su iniziativa degli enti locali e l’obbligatorietà per i Comuni con popolazione superiore ai 10.000 abitanti di dotarsi di tale strumento. Al fine di monitorare con efficacia lo stato dei procedimenti sono poi rafforzate le prescrizioni in tema di rendiconto, con l’individuazione delle criticità, fino alla prescrizione di un’indagine sul grado di “soddisfazione” degli utenti, realizzata da soggetti esterni all’amministrazione provinciale. Sullo specifico tema delle autorizzazioni in materia ambientale, allo scopo di ridurre gli oneri burocratici a carico delle imprese, la presente proposta prevede il rilascio di un’unica autorizzazione per gli interventi che ne prevedano due o più. Infine, poiché tutta la materia che regola i rapporti tra cittadini e amministrazioni pubbliche è in continuo divenire (anche a seguito di modificazioni o introduzione di nuove norme statali) e che gli stessi assetti organizzativi dell’Amministrazione possono essere adeguati per rispondere sempre meglio a criteri di efficienza, trasparenza ed efficacia, si propone l’istituzione di un tavolo permanente di analisi e valutazione dei procedimenti che interessano l’amministrazione provinciale, coinvolgendo sistematicamente i rappresentanti delle imprese e degli ordini professionali.

Quanto alla modifica della L.P. 1/2008, essa è rivolta a rendere certa l’indicazione del regolamento edilizio “tipo” da parte della Giunta provinciale e con ciò a produrre effetti di maggiore uniformità tra le normative comunali in materia di edificazioni.

La semplificazione burocratica passa, a nostro avviso, anche attraverso una maggiore chiarezza delle regole, dei tempi, e dei modi in cui ci si deve rapportare con l’Ente Pubblico; con questo disegno di legge vogliamo dunque segnare l’inizio di un cammino che possa portare ad una reale sburocratizzazione nei prossimi anni e che possa al contempo permettere un riavvicinamento reale tra Pubblica Amministrazione, cittadini e imprese.

 Trento, 25 marzo 2015

                                                                                                          cons. Gianpiero Passamani

                                                                                                          cons. Pietro De Godenz

                                                                                                          cons. Mario Tonina