FORTE LEGAME CON IL TERRITORIO
L’ intervento dell’europarlamentare De Castro al Convegno organizzato nei giorni scorsi a Denno dall’UpT, è stata un’importante occasione per capire quale nuova Politica Agricola Comune intende elaborare l’UE dopo il 2020. È stata anche l’occasione per capire meglio i contenuti della riforma della Pac di medio periodo e del cosiddetto Regolamento «Omnibus» di cui l’ex ministro è co-relatore e che entrerà in vigore dal 1° gennaio 2018. Le proposte di modifica contenute nell’Omnibus sono ben 94. Tra le più significative l’onorevole De Castro ha ricordato l’estensione del premio di insediamento a tutti i giovani agricoltori che si insediano in società, verranno introdotte importanti semplificazioni per le misure di gestione del rischio determinato da fattori meteo, dalla volatilità dei prezzi dei prodotti agricoli (in particolare per il settore lattiero caseario) e dall’instabilità dei mercati.
Sarà ridotta dal 30 al 20% la soglia di reddito in cui si fanno scattare l’assicurazione e i fondi mutualistici, oltre che aumentato l’intervento pubblico sul costo dei premi dal 65 al 70%.
Accanto a queste importanti novità sono convinto che tra gli obiettivi principali della nuova Pac, dovrà esserci la tutela della montagna, la salvaguardia dei suoi prodotti e delle specificità di un’agricoltura come la nostra, oggi ancora non sufficientemente valorizzata rispetto alle logiche premianti le grandi industrie agroalimentari e l’agricoltura estensiva. Ecco perché sarà indispensabile seguire, con grande attenzione, gli sviluppi delle trattative sui trattati commerciali internazionali, per prevenire eventuali conseguenze e cercare, là dove possibile, di incidere a nostro favore, oltreché continuare nel percorso di lobbying positivo già intrapreso con le altre regioni alpine. Si dovranno trovare anche nuove modalità per riuscire a compensare le difficoltà di produzione delle regioni che presentano specifici vincoli naturali, nelle quali è più forte il rischio di abbandono dei territori.
Ma come riuscirci? Personalmente ritengo sia indispensabile garantire la stabilizzazione dei redditi e quindi una dignitosa remunerazione per le imprese agricole e la loro esistenza nel tempo anche attraverso delle norme sulla Gestione dei Rischi e l’individuazione di soluzioni innovative per la protezione da tutti i fattori di instabilità ai quali è sottoposto l’imprenditore agricolo, così come ribadito di recente nell’assemblea di CO.DI.PR.A.. A questo proposito sono sempre più convinto, anche a seguito della mia partecipazione alle altre assemblee dei diversi settori della Cooperazione trentina che un ruolo determinante l’ha garantito e lo potrà garantire il movimento cooperativo, elemento distintivo all’interno del nostro territorio e attraverso il quale possiamo fare la differenza. Per preservare e rafforzare la competitività in un mondo sempre più interconnesso e globalizzato, dovremmo essere anche in grado di esaltare, raccontare e comunicare maggiormente le caratteristiche distintive dei nostri prodotti, sapendo cogliere l’indiscusso «appeal» che sul consumatore hanno quelli di montagna. Consumatore che è disposto, sempre più spesso, a spendere qualcosa di più per i prodotti di qualità; ricordiamo che il nostro territorio ha un grande valore, soprattutto per il consumatore delle aree urbane, e che è proprio sul contesto naturale trentino – di grande pregio e importante fattore di competitività – che bisogna far leva anche a vantaggio di altri settori economici, turismo in primis.
Risulta sempre più necessario rafforzare le specialità di un’agricoltura fortemente legata al territorio, puntando maggiormente sulla distintività delle nostre produzioni, attraverso la tracciabilità dei prodotti e l’etichettatura (come quella dei prodotti lattiero-caseari da poco operativa), facendo in modo che i prodotti «made in Trentino», vengano percepiti come prodotti di alta qualità anche attraverso il Marchio Qualità Trentino. L’agricoltura europea deve però essere competitiva non solo dal punto di vista economico, ma anche sotto il profilo ambientale attraverso il rispetto degli obiettivi che l’UE si è data. Tutto ciò non può prescindere dall’importanza dello sviluppo tecnologico e della ricerca e in questo Fondazione Edmund Mach e Cibio dell’Università di Trento, possono sicuramente aiutare. Sarà necessario offrire prodotti sempre più green, promuovendo il bio e metodi certificati; non solo perché è ciò che cerca il consumatore, ma in quanto ci si crede sino in fondo al fine di sviluppare pienamente il potenziale delle nostre zone rurali.
Va poi sottolineato che gli agricoltori non svolgono solo un’attività di produzioni di beni alimentari bensì funzioni straordinarie nella salvaguardia del territorio e dell’ambiente, garantendo nel contempo la sua dinamicità e preservandone la vitalità. Sono da sempre convinto che è importante, a tutti i livelli, far comprendere cosa significa fare agricoltura e zootecnia in montagna e quali conseguenze potrebbero derivare dall’abbandono di determinate aree; l’abbandono delle campagne, rischierebbe di aggravarsi e le conseguenze ambientali e sociali sarebbero rilevanti. La futura Pac dovrà quindi, a mio parere, essere in grado di rispondere sempre meglio alle esigenze e alle aspettative dei territori di montagna, anche attraverso un forte patto che dovrà nascere tra mondo della Cooperazione, organizzazioni agricole e Politica, avendo sempre ben presente che la Politica Agricola Comune non riguarda solo le aziende agricole, ma incide su tutti i cittadini europei.
Mario Tonina – Consigliere provincialedell’Unione per il Trentino
FONTE: Quotidiano L’ADIGE del 16 giugno 2017