CONS. TONINA: EXPO OCCASIONE PER IL TRENTINO

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FONTE: Quotidiano ADIGE del 22 aprile 2015

EXPO 2015, CIBO, SOLIDARIETÀ E BIODIVERSITÀ.

TRENTO E LA NUOVA AGRICOLTURA

 

L’Unione europea sta indirizzando le attenzioni e i fondi della PAC verso un contesto di sviluppo rurale non solo da intendere come misure di competitività per il settore primario ma attraverso azioni a sostegno dell’agricoltura in senso lato che deve rapportarsi con il contesto socio-economico. In questo senso acquistano significato tutte le politiche intese ad integrare l’attività agricola con tutti i territori e quindi anche con il contesto urbano che assume quindi un proprio peso. Si stanno orientando gli aiuti ad una politica di sviluppo rurale più attenta alla tenuta dei territori, di sostenibilità cercando di evitare l’abbandono e lo spopolamento.

Anche il polo urbano può assumere un nuovo ruolo e significato in quanto prima era escluso dalle politiche di sostegno (nel PSR 2007-2013) infatti la zona urbana non poteva beneficiare di alcune misure (ad es. per l’agriturismo). Condizione oggi superata dal nuovo PSR, che in questo modo si integra nelle politiche di sviluppo rurale.

Trento è città di montagna in cui va valorizzato il contesto agricolo (primo comune agricolo del Trentino per superficie) che già esiste nei sobborghi/area periurbana che garantisce qualità, basti pensare alla viticoltura e alla frutticoltura. Le ditte spumantistiche sono collocate proprio vicino a Trento e devono poter continuare a garantire e mantenere una risorsa complessiva peculiare. Da evitare un’ulteriore sottrazione di terreno agricolo e invece da recuperare spazi per terreni agricoli che ora sono abbandonati e che si deve cercare di mettere a disposizione per le nuove generazioni al fine3 riqualificare il territorio visto che il nuovo PSR considera anche le zone urbane dove le nuove attività possono garantire uno sviluppo oltre che offrire momenti di svago e ristoro nelle vicinanze del polo urbano.

La città deve sensibilizzare la popolazione nei confronti dell’attività agricola, sviluppare percorsi di filiera corta, favorire il consumo di prodotti locali a basso impatto ambientale, di riconoscibilità e tipicità. Va recuperata la figura e la professionalità dell’agricoltore; nei paesi è più semplice, in città va recuperato e potenziato il valore dell’agricoltura. Favorire le diverse iniziative da parte dei cittadini come per esempio il mercato contadino, i GAS (gruppi di acquisto solidale), e la promozione dei biodistretti. Elemento di rilievo per l’agricoltura, al quale va prestata grande attenzione e con il quale il contesto urbano è legato è la sostenibilità dell’agricoltura, intesa come capacità di farsi riconoscere un ruolo e di esercitare la propria attività senza inquinare o deturpare il territorio e il paesaggio.

Per la sensibilizzazione Trento ha una formidabile struttura esperienziale diretta: il MUSE! Che potrebbe essere un’occasione di collegamento dell’attività agricola con la popolazione cittadina e con i turisti attraverso attività svolte dal Museo. Potrebbero essere programmate attività anche di formazione per far apprezzare ed avvicinare sempre di più i prodotti del nostro territorio alla popolazione. Potrebbe diventare anche strumento esperienziale ai temi di Expo e continuare ad esserlo anche in futuro, per far conoscere ai cittadini il valore e i temi dell’agricoltura e delle nostre peculiarità. Va sfruttata al meglio la presenza dei turisti per promuovere i prodotti del territorio. Le importanti iniziative turistiche e culturali che vengono garantite a Trento vedono un incremento del turismo( grazie al MUSE, a Le Albere, al Castello del Buonconsiglio, ai mercatini natalizi …).Occasioni che devono essere sfruttate e colte anche da un punto di vista promozionale per tutti i prodotti legati all’agricoltura trentina. Oltre 550 mila visitatori il primo anno (e una crescita costante che ci porta oggi a superare gli 800 mila visitatori e puntare al milione per l’estate) e conferma come la nostra provincia, accanto alla vocazione di turismo “tradizionale” sia anche terra capace di produrre cultura. Il successo del MUSE ha generato impatti positivi anche sotto il profilo economico. Il binomio cultura-turismo, che è naturale, può dunque essere aperto all’agricoltura, con il MUSE (ed il Palazzo delle Albere) che può diventare la grande vetrina delle produzioni tipiche trentine, anche in sinergia con l’Expo. Sarebbe un’opportunità strategica per veicolare il nostro territorio e le sue specificità. In questo modo si potenzierebbe la sinergia e la rete anche tra la città ed il resto del territorio per un argomento che nel prossimo futuro acquisterà sempre più interesse.

Tre sono i valori del Trentino che ci rappresenteranno a Expo 2015: la biodiversità, l’identità e l’appartenenza alpina dolomitica, e l’innovazione green. L’identità e l’appartenenza alpina dolomitica è quella che più ci rappresenta, in quanto caratteristica peculiare della nostra Provincia. Questo tratto più di qualunque altro deve essere quello distintivo e caratterizzante. Sono convinto che la nostra esperienza alimentare debba essere presentata come elemento culturale, come espressione delle nostre radici che oggi si pongono come vero riferimento valoriale. Dovremo riuscire a mostrare con orgoglio la volontà di continuare a vivere in montagna; la sfida per noi sarà quella di “rispondere” ai temi dell’Expo confrontandoci con territori geograficamente diversi e maggiormente competitivi facendo emergere la nostra peculiare filiera agroalimentare. Dobbiamo esaltare il nostro meglio, proponendo il marchio “di montagna” aiutando così il consumatore a fare la sua scelta, e questo deve essere un impegno di cui si deve fare carico la politica, facendo in modo di dover per esempio indicare con denominazioni chiare e visibili di quali prodotti si tratta e che, in quanto tali, hanno una storia ed una cultura completamente diversa dalle produzioni “industriali”. Quello che dobbiamo cercare di lasciare nella memoria dei visitatori/turisti è l’essenza e la specificità del nostro Trentino; la potenza del fare in una zona come la nostra, l’agricoltura di montagna propria di tutta la nostra Regione. L’industria agroalimentare offre grandi opportunità di sviluppo e sarà strategico il saper indicare la direzione nell’evoluzione di tale settore. Noi, possiamo mostrare la nostra agricoltura di montagna e illustrare la sapienza delle nostre tecniche produttive, anche in collaborazione con la Fondazione Edmund Mach, che coniugano tradizione e innovazione, requisiti sui quali l’agricoltura trentina poggia le sue eccellenze.

Expo non tratta solo di cibo, ma anche di ambiente e della relazione tra questi due elementi: questa è la nostra sfida più grande. Si pensi alle conseguenze per esempio della fine delle quote latte, la sfida sarà quella di convincere produttori e consumatori a stringere un’alleanza fondata anche sulla volontà di tenere popolate le zone di montagna anche in futuro. L’obiettivo è ambizioso, è quello di intervenire sul livello di consapevolezza del consumatore che con le sue scelte semplici e quasi automatiche, determina il successo o il fallimento delle politiche alimentari mondiali incidendo non poco sullo stato di salute del nostro pianeta. Ecco perché chi produce cibo si mostra oggi sempre più attento alle conseguenze ambientali: una sfida culturale ancora prima che economica. Nel quadro dei programmi dell’OCM (organizzazioni comuni dei mercati), le organizzazioni di produttori dovrebbero avere anche l’opportunità di sostenere la promozione pubblicitaria per l’indicazione “prodotto di montagna” e le denominazioni geografiche protette. Sarebbe inoltre necessario riservare particolare attenzione all’opportunità di utilizzare in modo esplicito nei bandi la denominazione “di montagna” per il latte prodotto in tali zone. La politica quindi deve quanto prima avviare un percorso con gli allevatori per potenziare sempre di più percorsi di valorizzazione delle tipicità delle nostre produzioni attraverso un marchio di montagna. Va evidenziata sempre di più l’importanza del presidio del territorio, che deve continuare ad essere coltivato e mantenuto anche a beneficio delle popolazioni della pianura. Destinare risorse per la montagna non vuol dire creare privilegi, ma significa garantire una prevenzione a livello ambientale. Non sottovalutiamo, infine, il fatto che un territorio gestito e curato è garanzia di competitività per il settore turistico: una montagna incolta e abbandonata dall’uomo non favorirebbe di certo questo settore, così come non gioverebbe alla nostra comunità.

Concludendo credo di poter affermare che serva un Patto forte tra Trento città alpina e le valli, tra città e provincia per condividere delle scelte strategiche.

(L’articolo di oggi sull’Adige di Annibale Salsa, motiva il perchè Trento è città alpina riconosciuta ancora nel 2004 dalla convenzione delle Alpi.)

In questo momento è vero che ci sono meno risorse, ma gli spazi di intervento esistono ancora, serve però avere, come ci ha ricordato Lorenzo in occasione dell’apertura della campagna elettorale nella sala della cooperazione, un progetto, una visione e una idea di futuro.

Noi oggi siamo qui per questo, sostenendo convintamente il Cantiere Civico Democratico e tutti i candidati che hanno voluto accettare questa sfida.

Grazie a tutti voi e un augurio per un buon risultato della lista e della coalizione.

 

 

Cons. Mario Tonina