CONS. TONINA: IMPOSSIBILE PASSARE DA 41 A 14 APSP IN TRENTINO

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FONTE: Quotidiano L'ADIGE del 7 ottobre 2016
L’Upt «frena» Luca Zeni
Alla stretta finale sul nuovo welfare per gli anziani, l’assessore alla salute Luca Zeni conferma: «Si passerà da 41 a 14 Apsp». Sono le Aziende pubbliche per i servizi alla persona che gestiscono le Rsa sul territorio. Ma se questa sarà la scelta definitiva, Zeni va a sbattere sia contro l’Upipa, l’associazione delle Apsp, sia verso una parte della maggioranza di centro-sinistra autonomista. «È un’ipotesi non percorribile in tutti i territori» dice Mario Tonina , consigliere provinciale dell’Upt, partito che per seguire la riforma Zeni ha istituito un gruppo di lavoro ad hoc, guidato da Stefano Graiff . E Tonina fa riferimento alle «sue» Giudicarie per chiedere a Zeni «ulteriori valutazioni». «Nelle Giudicarie» dice «ci sono sette Rsa, e già c’è collaborazione tra loro. Ad esempio, in Rendena, quella di Pinzolo condivide il direttore con quella di Spiazzo. E Upipa (l’associazione delle Apsp, ndr) già lavora sul fronte delle sinergie e della riduzione delle spese, anche per migliorare i servizi. Noi, come Upt, presenteremo un documento puntuale, ma dico: non andiamo in questa direzione. Aspettiamo però di vedere la proposta definitiva. Le Apsp sono frutto di lasciti importanti e c’è il rischio di mortificare il volontariato diffuso e vanificare percorsi di coinvolgimenti del territorio». Graiff aggiunge: «Occorre tenere la governance il più possibile vicina al territorio. Può anche essere che si arrivi ad una Apsp per Comunità di valle, non lo scartiamo a priori. Ma lasciamo che siano i territori a riorganizzarsi scegliendo tra una sola Apsp o altre forme di collaborazione».
Il Patt si è invece convinto della bontà della riduzione a 14 del numero delle Apsp: «Eravamo scettici, per il timore di perdere il radicamento territoriale» dice il segretario provinciale, Franco Panizza «poi, dopo avere incontrato Zeni e approfondito la proposta «ci siamo convinti che sia necessario accentrare le Apsp in ogni territorio, per fornire servizi più ampi per gli anziani, dall’assegno di accompagnamento ai servizi sociali».
Il nodo centrale, nella riforma, è quello dei «Pua», i punti unici di accesso cui affidare la gestione del budget unico del «welfare anziani». La proposta uscita dal tavolo di lavoro coordinato dalla Sda della Bocconi, prevede di incardinare i «Pua» nelle Apsp. Ma la prospettiva ha suscitato allarme sia tra le Comunità di valle, sia nelle cooperative del terzo settore. Risultato: una sostanziale marcia indietro. Lo stesso Tonina, per l’Upt, ribadisce: «Attraverso i Pua passerebbe tutta la filiera dei servizi agli anziani, e sarebbe un errore depotenziare i lavoro delle Comunità di valle». Il segretario del Patt, Panizza, invece osserva: «Su questo non siamo arrivati ad una conclusione. La questione dei Pua è complessa: chiaro che serve un unico punto di riferimento per non sballottare anziani e famiglie tra Rsa, Comunità, Azienda sanitaria…».
Prima del Consiglio provinciale straordinario del 18 ottobre, chiesto dalle forze di opposizione, la maggioranza dovrà chiarirsi le idee. «Abbiamo già avuto diversi momenti di confronto, sia nel Pd, sia nella maggioranza» dice l’assessore Zeni «sono condivise l’analisi di fondo e la direzione di marcia. Sulle scelte concrete, ci confronteremo mano a mano». In riferimento alle Giudicarie, Zeni osserva: «Semmai il problema è non fare cose troppo piccole. Dai territori è arrivata l’esigenza anche di convenzioni tra le Comunità più grandi e più piccole». Sui Pua, l’assessore sa che si gioca i rapporti con Upipa e le Apsp, ma si limita a dire: «Da tutti, escluso Upipa, è arrivata la richiesta affidare la regia del welfare anziani alle Comunità di valle piuttosto che alle Apsp». Qual è il suo orientamento? «Non anticipo nulla, stiamo ragionando su collocazione e modello concreto dei Pua sulla base delle osservazioni pervenute».
FONTE: Quotidiano L’ADIGE del 7 ottobre 2016