Appena presentata in consiglio la mozione “Proposte di modifica della disciplina statutaria in materia di energia da sottoporre alla Consulta per lo Statuto speciale per il Trentino – Alto Adige/Südtirol”, proponenti consiglieri Tonina, Passamani e De Godenz”.
La mozione è stata ampiamente condivisa da tutto il Consiglio e votata all’unanimità
Il cons Tonina – a nome di tutto il Gruppo UpT – ha ringraziato il Presidente Dorigatti e tutti i consiglieri sia di maggioranza che di opposizione per il supporto dato a questo importante tema, ancor più fondamentale dopo il processo di riappropriazione energetica cominciato anni fa dal Trentino e oggi in via di completamento.
” lo spirito deve essere quello di coinvolgere i territori e fare poi assieme ad essi le scelte giuste per il futuro del Trentino, la trasversalità su questi temi è davvero fondamentale e la Consulta può essere uno strumento prezioso per questo e altri dibattiti cardinali. Ben vengano dialogo e tavoli di lavoro.”
Di seguito si riporta il testo integrale della mozione.
La legge provinciale 2 febbraio 2016, n. 1 riguardante “Istituzione della Consulta per lo Statuto speciale per il Trentino – Alto Adige/Südtirol” è finalizzata a promuovere un ampio processo di partecipazione della società civile trentina nella definizione dei contenuti di riforma dello Statuto speciale, tenendo conto dei processi di riforma costituzionale in corso.
Trattasi di finalità presenti anche nell’omologa legge approvata dal Consiglio provinciale di Bolzano – l. p. n. 3 del 2015 – riguardante “Istituzione di una Convenzione per la riforma dello Statuto di autonomia del Trentino – Alto Adige”. Tale legge, al fine di garantire un’ampia partecipazione della società civile altoatesina alla riforma dello Statuto di autonomia, ha istituito una convenzione provinciale (Convenzione sull’Alto Adige) con il compito di esaminare una bozza riguardante, sia gli adeguamenti istituzionali sia le necessarie integrazioni allo Statuto di autonomia, ai fini della sua presentazione al Consiglio provinciale.
Né sono mancate iniziative in tal senso in seno all’assemblea legislativa regionale. In Consiglio regionale è stata presentata il 20 gennaio 2016 la proposta di mozione n. 34/XV, concernente “Misure di coordinamento con i Consigli delle province autonome di Trento e di Bolzano ai fini della revisione dello Statuto speciale di autonomia del Trentino-Alto Adige/Südtirol”, che impegna la Presidente del Consiglio regionale ad attivare, tramite l’Ufficio di Presidenza, apposite misure di coordinamento con riferimento all’attività svolta dai due consigli provinciali mediante, rispettivamente, la Convenzione e la Consulta, ai fini della revisione dello Statuto speciale di autonomia.
Tra i principali temi che dovranno essere affrontati in sede di elaborazione di proposte di riforma dello Statuto speciale vi è quello riguardante l’energia, variamente disciplinata a livello statutario. Rilevano l’art. 9 (primo comma, n. 9) dello Statuto, attribuente alla Provincia competenza concorrente in materia di utilizzazione delle acque pubbliche escluse le grandi derivazioni a scopo idroelettrico, nonché gli artt. 12, 13, 14, 70. e 71.
In particolare l’art. 13 dello Statuto, svincolato dalla procedura aggravata di cui all’art.138 della Costituzione, prevede che “Nelle concessioni di grande derivazione a scopo idroelettrico, i concessionari hanno l’obbligo di fornire annualmente e gratuitamente alle province di Bolzano e di Trento – per servizi pubblici e categorie di utenti da determinare con legge provinciale – 220 Kwh per ogni Kw di potenza nominale media di concessione, da consegnare all’officina di produzione, o sulla linea di trasporto e distribuzione ad alta tensione collegata con l’officina stessa, nel punto più conveniente alla provincia.” Ai sensi del suddetto articolo compete alle province stabilire con legge i criteri per la determinazione del prezzo dell’energia di cui sopra ceduta alle imprese distributrici, nonché i criteri per le tariffe di utenza, le quali non possono comunque superare quelle deliberate dall’apposito comitato interministeriale. “I concessionari di grandi derivazioni a scopo idroelettrico sono tenuti a corrispondere semestralmente alle province lire 6,20 per ogni Kwh di energia da esse non ritirata”. Compete al Ministro per i lavori pubblici di concerto col Ministro per l’industria, il commercio e l’artigianato d’intesa con la provincia territorialmente interessata decidere sulle domande di concessione per grandi derivazioni idroelettriche presentate nelle due province in concorrenza dall’ENEL e dagli enti locali, determinati in base a successiva legge dello Stato.
Ai sensi dell’articolo 70 dello Statuto viene, inoltre, devoluto alle province il provento dell’imposta erariale, riscossa nei rispettivi territori, sull’energia elettrica ivi consumata. Inoltre, per le concessioni di grande derivazione di acque pubbliche esistenti nella provincia, accordate o da accordarsi per qualunque scopo, lo Stato cede a favore della provincia i nove decimi dell’importo del canone annuale stabilito a norma di legge (art. 71 dello Statuto).
Ad integrare il quadro statutario sono intervenute varie norme di attuazione, tra le quali rilevano, per quanto riguarda il tema dell’energia idroelettrica nel contesto complessivo di valorizzazione del territorio, i d.p.r. 20 gennaio 1973, n. 115, 22 marzo 1974, n. 381, 26 marzo 1977, n. 235 per come modificati poi dal d.lgs. n. 463/1999, dal d.lgs. n. 118/2003 e dal d.lgs. n. 289/2006. Tali norme, che di fatto hanno riconosciuto alla Provincia non solo la titolarità del demanio idrico ma anche le funzioni amministrative inerenti le concessioni idroelettriche, hanno consentito di fatto di incrementare gli introiti fino a raggiungere la possibilità di fissare ed introitare completamente i canoni e gli altri corrispettivi monetari inerenti le concessioni idroelettriche, nonché la possibilità di acquisire il patrimonio rappresentato dalle opere idrauliche stesse.
Lo Statuto attribuisce, quindi, alla potestà legislativa della Provincia molteplici competenze, dettagliate dalle norme di attuazione, riconducibili anche alla materia ambientale e, più in particolare, alla difesa del suolo, dell’ecosistema, all’utilizzazione delle acque ed al demanio idrico, variamente incidenti sul settore energia. L’attribuzione alle province di competenze legislative e amministrative in materia di acque pubbliche e di utilizzazione delle stesse sono in stretta correlazione con il governo del territorio. In particolare lo sfruttamento idroelettrico, tenuto conto delle caratteristiche geomorfologiche ed orografiche dell’intera provincia, ha costituito uno degli snodi cruciali per lo sviluppo socio-economico della comunità, rappresentando, tra l’altro, uno degli elementi fondanti dell’autonomia. In tale contesto rileva il forte impulso in un’ottica di sostenibilità ambientale alla crescita del turismo, costituente una delle principali risorse economiche del nostro territorio.
Teniamo conto che la Provincia costituisce uno dei territori più ricchi di fonti idriche del continente europeo. In altri termini l’acqua è uno degli elementi più significativi, che caratterizza anche l’offerta turistica.
Né va sottaciuto il fatto che le opere idrauliche ed elettromeccaniche determinano conseguenze sul piano ambientale. Basti pensare che una diminuzione significativa della portata fluente in alveo, ovvero una massiva regolazione dei laghi, determina anche un repentino peggioramento della qualità del paesaggio per effetto delle alterazioni causate dallo sfruttamento idroelettrico. Il costo che la collettività sostiene per effetto dell’utilizzo idroelettrico rileva anche sul piano degli effetti che possono derivare da mutamenti nel microclima di una zona. Un’attenta verifica dei profili connessi allo sfruttamento idroelettrico non può prescindere dalla valutazione, da un lato, della perdita dovuta alla captazione dell’acqua per l’utilizzo idroelettrico, rilevabile ecologicamente, dall’altro, dei costi sostenuti negli anni dalla Provincia per interventi di ripristino ambientale, di mitigazione degli impatti paesaggistici e di manutenzione, finalizzati a recuperare, per quanto possibile, le zone limitrofe ai bacini, le fasce fluviali dei corsi sottesi agli impianti e la rinaturalizzazione degli alvei. Qualsiasi intervento sull’ambiente genera, quindi, delle esternalità, positive o negative. Non si può, quindi, prescindere da una valutazione quali/quantitativa degli effetti pregiudizievoli sul bene “ambiente” conseguenti all’utilizzo delle acque.
Ciò posto, si rileva la necessità che la Consulta per lo Statuto speciale per il Trentino – Alto Adige/Südtirol, avente il compito di elaborare proposte di riforma dello Statuto attraverso un ampio processo partecipativo, focalizzi l’attenzione sul tema dell’energia e dell’utilizzazione delle acque a scopo idroelettrico, che rappresenta per la comunità trentina una grande opportunità per lo sviluppo economico e sociale della comunità.
Tutto ciò premesso,
il Consiglio provinciale impegna il suo Presidente
1. a sottoporre alla Consulta per lo Statuto speciale per il Trentino – Alto Adige/Südtirol, una volta costituita, l’opportunità di inserire tra i temi oggetto di approfondimento quello dell’energia e dello sfruttamento idroelettrico nel quadro complessivo della disciplina dettata dallo Statuto anche per quanto attiene ai connessi profili di carattere ambientale, economico, tributario e patrimoniale, valutando l’adeguatezza dell’assetto delle competenze statutarie ad ampio spettro, tenuto conto dell’evoluzione della normativa a livello nazionale e comunitario, nonché dei cambiamenti in atto a livello costituzionale;
2. a sottoporre alla Consulta la costituzione di tavoli di approfondimento, come previsto dall’art. 5 della citata l. p. 1 del 2016, composti anche da esperti qualificati nel settore, finalizzati a verificare l’assetto statutario delle competenze in materia di energia, ed in particolare dell’articolo 13 dello Statuto in materia di concessioni di grandi derivazioni d’acqua a scopo idroelettrico e di fornitura obbligatoria di energia alle province, come dettagliato dalle norme di attuazione, formulando eventuali proposte di riscrittura della disciplina statutaria aggiornate all’evoluzione del quadro normativo ed economico/organizzativo attuale, anche nella dimensione comunitaria attenta agli effetti pregiudizievoli per l’ambiente conseguenti alla sfruttamento idroelettrico;
3. a sollecitare la Consulta a promuovere, nell’ambito dell’attività conoscitiva di cui ai punti 1. e 2. un ampio processo partecipativo, che preveda il coinvolgimento di soggetti e organismi qualificati (Consiglio delle Autonomie, Bacini Imbriferi Montani e realtà imprenditoriali a vario titolo coinvolti nella tematica) con acquisizione di indicazioni e proposte formulate dagli stessi;
4. a sottoporre alla Consulta l’opportunità di attivare procedure di raccordo con altre realtà ad autonomia differenziata sul tema energia ed in particolare a promuovere un confronto con la Convenzione insediata presso il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano, nonché con il Consiglio regionale, anche per favorire l’attivazione della procedura di modifica dello Statuto prevista dall’articolo 103 del medesimo.
cons. Mario Tonina
cons. Gianpiero Passamani
cons. Pietro De Godenz