Tonina: «Si punti sul marchio Qualità Trentino»
Crisi del latte
Il problema vero è puntare sul marchio «Qualità Trentino», istituito dalla Provincia nel 2009. «In questa direzione, s’è fatto poco o nulla» dice Mario Tonina , consigliere dell’Upt, che in dicembre ha presentato un ordine del giorno alla Finanziaria (approvato all’unanimità) per impegnare la Giunta Rossi a darsi una mossa e ad attivare «una politica unitaria di valorizzazione dei prodotti del settore agro-alimentare trentino». Per Tonina (di professione direttore della Federazione allevatori) è l’unico modo per affrontare situazioni drammatiche come quella vissuta in questi giorni dagli allevatori che producono latte per la Casearia Monti Trentini. «È il prodotto di qualità, legato al territorio, su cui si deve puntare. Il latte per il Trentingrana è stato pagato l’anno scorso tra i 55 e i 70 centesimi. Nel medio periodo» aggiunge Tonina «per questi allevatori va trovato un altro sbocco, come la Latte Trento. So che l’assessore Dallapiccola ci sta lavorando. In prospettiva, però, bisogna puntare sul marchio di qualità, per “vendere”, coi prodotti, anche il territorio». E sul punto Tonina sollecita di prendere in considerazione la indicazione, facoltativa, di qualità «prodotto di montagna», per promuovere i prodotti di eccellenza. «Ora l’Unione europea lo permette» dice «ne ha fissato le condizioni nel 2014. Ed il nuovo Prs la riconosce. Si deve partire da qui, anche per trovare risorse a sostegno della riqualificazione delle aziende zootecniche, per renderle sostenibili sotto il profilo ambientale ed economico. Risorse che riconoscono il valore aggiunto delle produzioni di montagna, per il turismo e il presidio del territorio». Do. S.