COMUNICATO STAMPA
La consultazione referendaria in Veneto e Lombardia, regioni con noi confinanti e partner diretti in tema di economia, trasporti, sanità, turismo, ambiente, istruzione e ricerca, ha segnato una partecipazione molto positiva delle rispettive popolazioni: quasi quattro elettori su dieci in Lombardia, sei su dieci in Veneto. Pur trattandosi, come noto, di un voto consultivo, è arrivato innanzitutto un segnale di partecipazione dai territori, cosa non scontata in tempo di disaffezione dalla politica e dall’interessamento alla cosa pubblica, ma anche una richiesta di miglioramento di servizi e di qualità della vita attraverso la gestione diretta di maggiori competenze a livello locale. Una strada che il Trentino e l’Alto Adige conoscono bene, e che ha permesso di garantire serena convivenza e relativo benessere alle nostre comunità negli ultimi 70 anni. Il Trentino, terra di autonomia e di forze politiche profondamente territoriali, non può, dunque, che guardare con attenzione e compartecipazione al quadro che da questa tornata referendaria scaturirà.
Noi, che con Lombardia e Veneto abbiamo già stretti rapporti di pendolarismo lavorativo e studentesco, condivisione di ambiti turistici come il Garda, le Dolomiti, i Parchi del Trentino occidentale, dobbiamo essere anche a livello istituzionale e morale non semplici spettatori ma interlocutori, nelle fasi che seguiranno, sia del Governo che delle Regioni vicine, nel lungo cammino e nelle trattative che, stimolanti e al contempo impegnative, attendono ora le comunità del Veneto e della Lombardia, dando seguito alla mozione votata, non a caso all’unanimità, tre settimane fa in Consiglio provinciale e ribadita in Consiglio regionale. Una mozione che impegna le nostre istituzioni autonomistiche a «favorire il dibattito nelle opportune sedi istituzionali sulle prospettive di sviluppo del sistema regionale italiano e sul rapporto Stato-regioni, riflettendo anche sulle modalità attraverso le quali migliorare l’attuazione del Titolo V e incentivare l’attivazione dell’articolo 116, comma 3, della Costituzione e promuovendo e sostenendo, anche sulla base dell’esperienza del Trentino-Alto Adige le buone ragioni del regionalismo».
Il Gruppo Consiliare provinciale dell’Unione per il Trentino