GRUPPO UPT: MOZIONI CONSIGLIO PROVINCIALE DEL 26 GENNAIO 2016

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Il Gruppo consiliare provinciale dell’Unione per il Trentino presenterà nella prossima seduta del Consiglio provinciale due mozioni.

Il Capogruppo Gianpiero Passamani propone, come primo firmatario, coadiuvato dai colleghi di Gruppo De Godenz e Tonina e dalla firma del cons. Detomas della UAL, di impegnare la Giunta provinciale a valutare la possibilità di prevedere una modificazione della legge provinciale 6/1999 con lo scopo di consentire anche ai professionisti di poter accedere alle agevolazioni previste dalla legge stessa, eventualmente ponendo dei limiti di spesa che consentano di poter garantire una copertura sostenibile a tali interventi.

“In questo momento storico, caratterizzato dallo sforzo che accomuna il mondo delle istituzioni al mondo delle imprese e dei lavoratori per uscire dalle macerie lasciate dalla crisi economica” esordisce la mozione “uno strumento certamente molto importante che ha incentivato e accompagnato la – seppur ancora al momento molto timida – ripresa economica è quello fornito dagli incentivi economici previsti nella legge provinciale 6/99”; e continua “una categoria, quella dei professionisti, è però purtroppo esclusa da ogni tipo di agevolazione; l’art. 2 della legge provinciale 6/1999, infatti, include solo le imprese tra i beneficiari degli aiuti. Di conseguenza sono esclusi tutti i soggetti che svolgono attività professionale e questo crea una discriminazione importante se consideriamo il fatto che le partite iva dei professionisti sono in costante aumento e che molti di questi necessitano di attrezzature – a volte molto costose – per lo svolgimento della propria attività.”

“E’ giusto evidenziare” viene affermato “che per l’Unione Europea i professionisti sono già equiparati alle piccole imprese e di conseguenza possono accedere alle agevolazioni previste nei fondi europei; anche la legge di stabilità nazionale 2016 consente ai professionisti di accedere ai fondi europei.”

“ Inoltre” precisa Passamani “Il consigliere provinciale Giuseppe Detomas ha illustrato, nel giugno scorso, un disegno di legge da lui depositato volto a modificare la legge provinciale 6/99 proprio nell’ottica di un sostegno ai professionisti – con particolare riferimento, in quel caso, alle professioni ordinistiche, per riconoscere la valenza delle migliaia di professionisti che operano sul territorio provinciale; in questo momento servirebbe un ulteriore passo che permetta di andare oltre la legge provinciale 4/2007 e la legge provinciale 10/2012 che prevedano alcuni possibili strumenti di sostegno – soprattutto in ambito formativo – per i professionisti. La legge 6/99, infatti, contiene misure ulteriori – certamente molto efficaci e significative anche per i professionisti – che non sono contenute nelle altre norme provinciali sopra citate: pensiamo, solo per fare un esempio, ai contributi per l’acquisto di attrezzature. Oggi per lo svolgimento di molte attività professionali – ordinistiche e non – c’è l’obiettiva necessità di poter acquistare strumentazione che, qualora fosse previsto un intervento di incentivazione come quello contenuto nella legge 6/99 a favore delle imprese, potrebbe aiutare moltissimi professionisti – soprattutto i giovani che si avviano all’attività in proprio – con un parallelo stimolo all’economia di settore. Pertanto la mozione si conclude con la richiesta di un impegno giuntale che consenta anche per i professionisti l’accesso a determinate agevolazioni previste dalla legge 6/1999.

La seconda mozione, primo firmatario il cons. Pietro De Godenz, è dedicata al mondo del turismo con il duplice intento di supportare le piccole strutture nell’adempimento legislativo riferito alla persone diversamente abili, realizzando nel contempo un accrescimento degli standard previsti per tali tipologie di stanze, prevedendo come riferimento gli elevati standard del marchio Trentino di accessibilità OPEN.

“Nel corso degli anni” esordisce il documento “è emerso in modo sempre più rilevante il problema per le strutture ricettive di piccole dimensioni del rispetto di quanto previsto dalla normativa anti-barriere architettoniche a causa dei notevoli costi in carico a tali strutture per rispettare norme che, se da un lato sono importantissime per tutelare le persone disabili, dall’altro sembrano essere pensate più per i grandi centri urbani in cui troviamo quasi esclusivamente strutture alberghiere di grandi dimensioni piuttosto che per i piccoli alberghi, pensioni o affittacamere di montagna.

La normativa anti-barriere, infatti, dedica una parte specifica proprio alle cosiddette strutture ricettive (alberghi, pensioni, villaggi turistici, campeggi, e così via), tra cui vi è l’articolo 5.3 del D.M. Lavori Pubblici 14 giugno 1989 n. 236 in cui vengono definiti i criteri di progettazione da seguire.

Secondo questa norma “ogni struttura ricettiva deve avere tutte le parti e servizi comuni e un determinato numero di stanze accessibili anche a persone con ridotta o impedita capacità motoria”.

Si specifica, poi, che ogni struttura ricettiva deve avere almeno 2 stanze accessibili ai disabili nel caso il numero totale delle stanze sia inferiore a 40. Se poi il numero delle stanze è superiore a 40, le stanze accessibili devono essere 4; se superiore a 80, devono essere 6 e così via.”

“Pur condividendo la ratio della norma” continua la mozione “si ritiene che questa dovrebbe essere modificata in un’ottica di maggiore attenzione nell’applicazione della stessa in particolare per le piccole strutture ricettive molto diffuse nelle regioni dell’arco alpino rispetto ai contesti urbani; una riduzione da 2 ad 1 delle stanze accessibili alle persone disabili per quanto concerne le strutture con meno di 12 camere non produrrebbe alcun effetto discriminatorio nei confronti delle persone con ridotta o impedita capacità motoria ma consentirebbe di puntualizzare la disciplina normativa recependo la necessità di individuare una sottocategoria rispetto alla soglia delle 40 camere.

Inoltre, tale modifica, potrebbe essere valorizzata da un parallelo aumento dei servizi e della qualità delle stanze riservate alle persone disabili, vista l’attenzione verso l’accessibilità del territorio che contraddistingue il Trentino che ha creato i marchi istituzionali “OPEN”, introducendo l’obbligo di rispetto, per queste strutture, degli standard previsti proprio dal marchio “OPEN”.”

“Per tali ragioni” conclude nella sua mozione De Godenz “ il Consiglio impegna la Giunta a promuovere lo studio di una modifica legislativa alla normativa provinciale e statale che permetta di ridurre da 2 ad 1 il numero di stanze obbligatorie accessibili alle persone disabili per quanto concerne le strutture ricettive con meno di 12 camere introducendo al contempo l’obbligo di qualificare ulteriormente tali stanze riservate alle persone disabili secondo gli standard previsti dal marchio Trentino di accessibilità “OPEN”.

Qui copia mozione incentivi provinciali ai professionisti – primo firmatario il cons. Gianpiero Passamani

Qui copia mozione stanze diversamente abili  – primo firmatario il cons. Pietro De Godenz

                                                                                  cons. Gianpiero Passamani

                                                                                  cons. Pietro De Godenz

                                                                                  cons. Mario Tonina