Rolle, Upt e Pd critici: «Ripensiamoci»
Provincia, i due partiti in maggioranza fanno arrabbiare Rossi: «Mai detto no»
«La Provincia di Trento non ha mai detto nessun “no” all’idea bella e suggestiva di Lorenzo Delladio. Semmai è lui che, appreso l’esito della decisione della Sitr di vendere agli impiantisti del Primiero, ha detto “no”, perché forse ritiene che questo fatto sia inconciliabile con la sua idea».
È ribaltando ogni possibile responsabilità sul patron de La Sportiva, ma anche tenendogli la porta aperta, che il presidente della Provincia Ugo Rossi interviene nel dibattito politico che si è aperto dopo che la società consortile Imprese & Territorio srl di Primiero è riuscita ad acquistare gli impianti di Passo Rolle, sottraendoli proprio a Delladio, che voleva smantellarne due su tre per realizzare al loro posto un «outdoor village». La nota del governatore arriva a fine giornata, dopo quelle firmate dai gruppi consiliari provinciali del Pd e dell’Upt, che vergano due prese di posizione univoche a due giorni di distanza dal via al loro patto elettorale, a difesa del progetto de La Sportiva. Prese di posizione che suonano anche come critiche: e, pur senza dirlo, il dito appare puntato proprio contro gli autonomisti Rossi e Michele Dallapiccola, l’assessore al Turismo che ieri aveva lanciato a Delladio la proposta di realizzare il suo progetto in qualche altra località trentina bisognosa di rilancio (come la Panarotta).
«La Provincia è sempre disponibile – scrive Rossi – a mediare, approfondire, parlare, analizzare. Anche perché l’idea di Delladio di acquistare per smantellare era riferita a un solo versante di Passo Rolle». Infatti, al Rolle sarebbero rimasti tutti gli impianti della società Castellazzo. Rossi richiama poi il Protocollo d’intesa firmato nel 2015 insieme agli attori del territorio di Primiero, per il rilancio di San Martino di Castrozza anche attraverso il collegamento con Passo Rolle, rivendicando non solo l’impegno per «una pianificazione mediata e condivisa», ma anche (rispondendo alle minoranze) il rispetto e la puntuale attuazione dei contenuti dell’accordo «per quanto riguarda l’innevamento artificiale e il rinnovo degli impianti nell’area di San Martino». E la Provincia «darà seguito ai propri impegni» «con lo stesso metodo adottato con il protocollo»: quello di mettere «tutti gli attori (anche quelli nuovi che vorranno) allo stesso tavolo, insieme alla Provincia, e insieme si deciderà. Per poi agire come abbiamo già fatto».
Dunque Rossi conferma la linea di Dallapiccola, su cui in giornata sono piovute invece le critiche di Pd e Upt. I consiglieri provinciali del Partito democratico stigmatizzano «la perdita di un’importante occasione per innovare i processi di sviluppo della nostra economia alpina e fare del Trentino un laboratorio di futuro». «La nostra autonomia deve essere concepita, soprattutto politicamente, come un’occasione continua di innovazione ed evoluzione, come un laboratorio a cielo aperto in grado di anticipare strategie ed evoluzioni, anziché subirle. E questo vale a maggior ragione se la proposta progettuale risulta pienamente coerente con l’agenda di governo della coalizione di centrosinistra autonomista. L’auspicio è che la proposta possa rimanere sul tavolo e che si possano immaginare, assieme, gli spazi per una sua implementazione».
Anche il gruppo consiliare dell’ Upt sottolinea che il progetto di Delladio rappesenterebbe «una politica di rinnovamento del prodotto turistico in un’area piccola e preziosissima come il Rolle, la cui storia turistica e impiantistica non può e non deve essere dimenticata o totalmente smantellata, ma rigenerata certamente sì, tenendo conto della vicinanza al Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino e del fantastico contesto dolomitico nel quale si incardina». E se Piero Degodenz, che viene dal mondo degli impianti, dice che «la montagna non può vivere senza impianti, ma il progetto non levava nulla alla parte impiantistica», il gruppo critica come «semplicistica e frettolosa le decisione di accantonare subito una proposta tanto innovativa e concreta», sottolineando che «Campiglio non è Pampeago e la Panarotta non è il Rolle», per dire che ogni progetto ha un senso là dove viene concepito, a differenza di quanto detto da Dallapiccola. E chiede che la politica «torni ad avere visione» «a svolgere il ruolo di regia che le compete. Riapriamo questa partita, e prepariamoci ad accogliere le sfide future. Non è assolutamente tardi, siamo ancora in tempo a rimettere la questione sul tavolo e a trovare soluzioni vincenti».
È ribaltando ogni possibile responsabilità sul patron de La Sportiva, ma anche tenendogli la porta aperta, che il presidente della Provincia Ugo Rossi interviene nel dibattito politico che si è aperto dopo che la società consortile Imprese & Territorio srl di Primiero è riuscita ad acquistare gli impianti di Passo Rolle, sottraendoli proprio a Delladio, che voleva smantellarne due su tre per realizzare al loro posto un «outdoor village». La nota del governatore arriva a fine giornata, dopo quelle firmate dai gruppi consiliari provinciali del Pd e dell’Upt, che vergano due prese di posizione univoche a due giorni di distanza dal via al loro patto elettorale, a difesa del progetto de La Sportiva. Prese di posizione che suonano anche come critiche: e, pur senza dirlo, il dito appare puntato proprio contro gli autonomisti Rossi e Michele Dallapiccola, l’assessore al Turismo che ieri aveva lanciato a Delladio la proposta di realizzare il suo progetto in qualche altra località trentina bisognosa di rilancio (come la Panarotta).
«La Provincia è sempre disponibile – scrive Rossi – a mediare, approfondire, parlare, analizzare. Anche perché l’idea di Delladio di acquistare per smantellare era riferita a un solo versante di Passo Rolle». Infatti, al Rolle sarebbero rimasti tutti gli impianti della società Castellazzo. Rossi richiama poi il Protocollo d’intesa firmato nel 2015 insieme agli attori del territorio di Primiero, per il rilancio di San Martino di Castrozza anche attraverso il collegamento con Passo Rolle, rivendicando non solo l’impegno per «una pianificazione mediata e condivisa», ma anche (rispondendo alle minoranze) il rispetto e la puntuale attuazione dei contenuti dell’accordo «per quanto riguarda l’innevamento artificiale e il rinnovo degli impianti nell’area di San Martino». E la Provincia «darà seguito ai propri impegni» «con lo stesso metodo adottato con il protocollo»: quello di mettere «tutti gli attori (anche quelli nuovi che vorranno) allo stesso tavolo, insieme alla Provincia, e insieme si deciderà. Per poi agire come abbiamo già fatto».
Dunque Rossi conferma la linea di Dallapiccola, su cui in giornata sono piovute invece le critiche di Pd e Upt. I consiglieri provinciali del Partito democratico stigmatizzano «la perdita di un’importante occasione per innovare i processi di sviluppo della nostra economia alpina e fare del Trentino un laboratorio di futuro». «La nostra autonomia deve essere concepita, soprattutto politicamente, come un’occasione continua di innovazione ed evoluzione, come un laboratorio a cielo aperto in grado di anticipare strategie ed evoluzioni, anziché subirle. E questo vale a maggior ragione se la proposta progettuale risulta pienamente coerente con l’agenda di governo della coalizione di centrosinistra autonomista. L’auspicio è che la proposta possa rimanere sul tavolo e che si possano immaginare, assieme, gli spazi per una sua implementazione».
Anche il gruppo consiliare dell’ Upt sottolinea che il progetto di Delladio rappesenterebbe «una politica di rinnovamento del prodotto turistico in un’area piccola e preziosissima come il Rolle, la cui storia turistica e impiantistica non può e non deve essere dimenticata o totalmente smantellata, ma rigenerata certamente sì, tenendo conto della vicinanza al Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino e del fantastico contesto dolomitico nel quale si incardina». E se Piero Degodenz, che viene dal mondo degli impianti, dice che «la montagna non può vivere senza impianti, ma il progetto non levava nulla alla parte impiantistica», il gruppo critica come «semplicistica e frettolosa le decisione di accantonare subito una proposta tanto innovativa e concreta», sottolineando che «Campiglio non è Pampeago e la Panarotta non è il Rolle», per dire che ogni progetto ha un senso là dove viene concepito, a differenza di quanto detto da Dallapiccola. E chiede che la politica «torni ad avere visione» «a svolgere il ruolo di regia che le compete. Riapriamo questa partita, e prepariamoci ad accogliere le sfide future. Non è assolutamente tardi, siamo ancora in tempo a rimettere la questione sul tavolo e a trovare soluzioni vincenti».
FONTE: Quotidiano L’ ADIGE del 25 ottobre 2017
