Lavoro in Trentino: diritto alla dignità e al futuro

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Ognuno di noi è certamente consapevole dell’importanza rappresentata dal tema lavoro, in tutta la nazione italiana e, chiaramente, anche nella nostra Provincia Autonoma.

La crisi cominciata ormai nel lontano 2008 e ancora in corso è un evento senza precedenti nella storia: non si tratta, lo abbiamo più volte sentito e ripetuto, di una crisi ciclica, bensì di un terremoto strutturale che interessa tutto il mondo e dopo il quale nulla potrà più essere come prima.

I dati e le notizie degli ultimi giorni non sono positivi.

L’Istat ci informa che nell’ultimo mese più di mille persone al giorno in tutta Italia sono precipitate nel baratro della disoccupazione; una situazione che non significa soltanto l’impossibilità di garantire un qualsiasi reddito e sostentamento a se stessi e alle proprie famiglie ma che significa anche perdita di appartenenza sociale, realizzazione, prospettive – in una parola: dignità.

Fortemente colpite da questo stato di cose risultano le nuove generazioni; se l’indice di disoccupazione generale nel nostro paese è giunto al 12,6% – pari a 3 milioni e 220mila persone- la disoccupazione giovanile, considerata nella fascia 15-24 anni è giunta nel luglio 2014 al 42,9%, che significa 705 mila under 25 alla ricerca di un impiego.

A ciò dobbiamo aggiungere la situazione dell’Eurozona, in continuo peggioramento con la locomotiva Germania in forte rallentamento e ormai prossima ad un preoccupante arresto, unita da un’oggettiva mancanza di strumenti efficaci utilizzabili nel breve e medio periodo per far ripartire economia, consumi e produzioni.

In questo quadro tutt’altro che positivo credo si possa e si debba dare atto alla Provincia Autonoma di Trento di aver affrontato gli enormi cambiamenti in corso tentando e spesso riuscendo, come dimostrano (oltre ai dati Istat che ci riguardano) le scelte operate negli anni scorsi e recentemente (vedi revisione dell’IRPEF e prolungamento di ASPI e MINIASPI), a preservare il più possibile il sacrosanto diritto all’occupazione della popolazione trentina.

Bisogna tuttavia sempre ricordare che il Trentino non è un’isola disgiunta dal contesto che la circonda e dobbiamo chiaramente rammentarci che le risposte basate sui paradigmi ai quali eravamo soliti attenerci non sono più sufficienti: il caso Whirpool – la cui parabola discendente cominciata più di un lustro fa è prossima ad una non felice conclusione nonostante gli immani sforzi operati – e la vicende più recenti riferite alla Gallox, rappresentano solo due esempi, purtroppo non gli unici, della necessità di riuscire a concretizzare metodi nuovi per giungere a soluzioni efficaci.

Per fare ciò dobbiamo noi per primi, attori dello scenario politico e amministrativo provinciale, attivarci per incrementare la rete di cooperazione a tutti i livelli con le realtà presenti sul territorio a partire da istituzioni, imprese ed associazioni.

Da noi i Trentini si aspettano risposte e una visione di futuro che ancora in questo primo scorcio di legislatura non siamo stati in grado di fornire.

Quanto vi dico è confermato da alcune notizie riportate nei quotidiani degli scorsi giorni (vedi il Corriere del Trentino di sabato 30 agosto) secondo le quali, fermo restando la situazione di crisi, nella nostra provincia sono aumentati negli ultimi 12 mesi i risparmi depositati presso gli istituti bancari.

Si tratta però di fondi immobili, bloccati e non reinvestiti a causa di una forte mancanza di fiducia nei confronti del sistema che pervade ogni strato della società, dal piccolo risparmiatore all’imprenditore.

E’ quindi nostro compito operare perché prima dei consumi, riparta la fiducia e si riattivi la sensazione di appartenere ad una provincia autonoma capace di supportare i propri abitanti, qualsiasi sia il loro ruolo nella società.

Lo scorso weekend abbiamo ricordato in Val di Sole Bruno Kessler e Beniamino Andreatta, due figure cardine del novecento trentino e nazionale che seppero anticipare i tempi e tracciare quelle strade che ci hanno garantito di giungere fino ad oggi incarnando l’immagine di territorio all’avanguardia, in grado di intuire prima di altri i possibili scenari e approntare strutture politiche ed economiche pronte a superare difficoltà e garantire benessere e dignità alla popolazione.

Oggi se vogliamo lasciare a chi verrà dopo di noi un Trentino altrettanto efficiente, dobbiamo tornare ad essere quel laboratorio politico, quel luogo di sperimentazione dove si producono riforme vincenti, orgoglioso senso di appartenenza e sicurezza sociale.

Per questo, come gruppo consiliare dell’Unione per il Trentino, riteniamo cruciali e collegate tra loro le proposte di riforma e i disegni di legge che sono attualmente al vaglio.

La riforma istituzionale e quella del turismo, il Piano si Sviluppo Provinciale e la bozza di disegno di legge sul lavoro, per citarne alcune, meritano a nostro avviso un approfondimento particolarmente attento, per far sì che una volta approvati, rappresentino la nuove solide basi sulle quali disegnare il Trentino dei prossimi venti anni.

Cons. Gianpiero Passamani

Cons. De Godenz Pietro

Cons. Mario Tonina