Il Consiglio della Provincia Autonoma di Trento, riunito in Aula per la discussione della legge di stabilità, ha appena approvato (28 favorevoli) un Odg – primo firmatario il cons. Mario Tonina, sottoscritto anche dai cons.i De Godenz e Passamani – che riguarda i criteri di valutazione utilizzati nella selezione dei lavoratori nell’ambito dei lavori socialmente utili.
Nel suo intervento il consigliere Tonina ha spiegato come oltre all’ICEF assumano rilevante importanza per un inserimento lavorativo di tale genere anche gli andamenti lavorativi degli anni precedenti (in modo da considerare positivamente i lavoratori rispettosi delle regole, affinché l’impegno di questi non sia svilito da un indicatore ICEF più favorevole) l’età anagrafica dei lavoratori( che costituisce una discriminante nella ricerca di un lavoro)tenendo maggiormente in considerazione i lavoratori dai 45 ai 55 anni e, ultimo ma non ultimo, gli anni mancanti al raggiungimento della pensione di anzianità o contributiva.
“A tutto ciò si deve aggiungere” ha continuato Tonina “che è importante mantenere la possibilità per i comuni, che ricordiamo finanziano in parte i progetti, di effettuare scelte di inserimento legate a situazioni sociali particolari. Oggi più che mai i lavori socialmente utili sono diventati progetti importanti per le amministrazioni comunali, soprattutto per la cura del territorio, vista anche la riduzione delle risorse pubbliche e il blocco delle assunzioni; è, quindi, imprescindibile che in tali progetti vengano inseriti anche lavoratori con esperienza e competenza.”
Si sottolinea quindi come l’attuazione tout court dell’ICEF possa portare, a conti fatti, alla creazione di iniquità. Si pensi, ad esempio, alla questione relativa al possesso di un’abitazione” si rileva anche che il possesso di una propria abitazione da parte di un lavoratore che si appresta a svolgere lavori socialmente utile” spiega infatti l’Odg “incide negativamente sul coefficiente dell’ICEF, penalizzando molti lavoratori che abitano nelle valli e che posseggono un appartamento di proprietà, spesse volte ereditato. A questo stesso proposito si ricorda che vengono considerate quali seconde case le cosiddette “cà da mont”, che sono in effetti più baite di montagna che vere e proprie case di abitazione. Per le ragioni sopra esposte si ritiene che comprendere l’indicatore della condizione economico-patrimoniale del nucleo familiare di appartenenza tra i criteri di selezione del lavoratore possa portare a conseguenze inique.” Pertanto l’Ordine del giorno si è concluso con la richiesta di impegno da parte della Giunta a valutare l’opportunità dell’utilizzo tra i criteri di selezione dei lavoratori nell’ambito dei lavori socialmente utili, dell’ICEF e, nel caso di impiego dello stesso, ad attribuire a tale criterio una valenza non prevalente rispetto agli altri criteri, stante la formulazione dell’art. 24 del ddl 106/XV, che prevede la facoltatività di ricorrere a tale criterio per l’assunzione dei lavoratori appartenenti a particolari fasce deboli evitando, in particolare che l’applicazione del criterio costituisca impedimento alla prosecuzione dell’attività lavorativa nell’ambito del cosiddetto Progettone.