Un metodo chiaro, per una legge chiara.
Scorrendo i quotidiani riportanti la discussione in atto, riferita alla cosiddetta legge sull’omofobia, riscontrando che alcune mie dichiarazioni sono state riportate parzialmente, a discapito del significato complessivo di quanto io ed il mio gruppo consiliare intendevamo sottolineare, ritengo opportuno fornire alcune precisazioni.
Semplificare, infatti, può certamente fare comodo a livello giornalistico ma rischia di portare ad errori di interpretazione da parte di chi legge.
Sgombero subito il campo: ho detto, e ripeto con convinzione, che oggi credo vi siano in Trentino temi più stringenti – su tutti quello della ripresa dell’economia a livello di sistema e del lavoro in particolare – dove il consiglio e la Giunta devono sentirsi chiamate a fornire ai cittadini risposte pronte ed efficaci, non più rinviabili.
Detto questo, la legge per il contrasto alle discriminazioni determinate dall’orientamento sessuale, dall’identità di genere e dall’intersessualità è un passaggio estremamente importante e per questo merita il dovuto approfondimento. Quando a margine dell’incontro di capigruppo di maggioranza ho risposto alle domande dei giornalisti, ho specificato che, dato il contesto in cui essa dovrà andare ad inserirsi, quello cruciale degli anni della formazione scolastica, il ruolo di regia dell’ente pubblico dovrà essere cardinale e fortemente definito per non rischiare di incappare in semplificazioni gestionali e di concetto, le quali, una volta sfuggite di mano potrebbero portare a deleterie confusioni, con il risultato di nuocere anziché giovare alle persone che si vogliono tutelare.
Questo intendevo, quando ho accennato all’Olanda e al rischio che si arrivi anche da noi ad ammettere la pedofilia quasi come fosse un’opzione da discutere.
Non si tratta di un’affermazione pensata contro qualcuno – leggi Arcigay ed ArciLesbica – in quanto per noi le associazioni che rappresentano i cittadini hanno –tutte – pari dignità e il diritto di esprimere pareri e proposte.
Sia chiaro inoltre che la nostra sensibilità sul tema orientamento sessuale è talmente rispettosa da rigettare in toto l’equazione omosessualità=pedofilia come forse qualcuno voleva suggerire. Ribadisco che è nostra intenzione, come gruppo consiliare Upt, accompagnare la stesura di questa legge nell’interesse di tutta la comunità e, soprattutto, farlo in modo che sia chiaro il ruolo determinante della Provincia Autonoma di Trento quale legislatore e garante dei diritti personali di ogni cittadino.
cons. Gianpiero Passamani