In Trentino l’apicoltura rappresenta una realtà ben consolidata che oltre a dare lavoro a numerose famiglie costituisce un importante indotto economico contribuendo in modo determinante allo sviluppo dell’agricoltura, dell’ambiente e alla promozione turistica della nostra Provincia.
Come risaputo le api e gli altri insetti impollinatori rivestono un ruolo fondamentale per l’equilibrio dell’ecosistema e soprattutto per il settore agricolo come pure per il contesto botanico e forestale; infatti senza l’indispensabile lavoro di impollinazione svolto dalle api, molte piante non potrebbero dare frutto provocando preoccupanti conseguenze.
Le avverse condizioni climatiche degli ultimi mesi hanno determinato fioriture scalari e confuse, infierendo in modo rilevante sull’andamento produttivo stagionale di miele e anche degli altri preziosi prodotti delle api, riducendone drasticamente le produzioni. Sono infatti state rilevate temperature che hanno reso l’attività di questi importanti insetti impollinatori discontinua e difficoltosa. Da non sottovalutare inoltre l’aumento di costi che gli apicoltori hanno dovuto sostenere per farsi carico dell’aiuto alla nutrizione delle api stesse.
Inoltre, la disastrosa situazione dell’apicoltura nella stagione 2014 potrebbe essere solo in parte legata allo sfavorevole andamento climatico essendo concreto il dubbio, sia a livello locale che nazionale e internazionale, che vi siano altre gravi concause, contingenti e di sistema, correlate al grave stato di sofferenza degli alveari. La stessa Casa Bianca ha annunciato che allo scopo di arrestare il declino di questa preziosa specie è stata creata un’apposita task force e stanziati consistenti fondi per adottare tutte le misure necessarie per la salvaguardia degli insetti impollinatori. Va sottolineato che la crisi di questi insetti mette a rischio un’intera comunità naturale costituendo un vero allarme ambientale. Una scelta politica chiara quella di Obama che va nella direzione di salvaguardare insieme sia l’economia che l’ambiente.
Essendo mancate negli ultimi anni produzioni adeguate i problemi che si rilevano sono di carattere ambientale (scarsità di piante nettarifere), sanitari (varroa e peste americana soprattutto), climatici (andamenti stagionali ormai costantemente anomali) e genetici (negli ultimi decenni si è assistito ad un grave impoverimento genetico dell’ape mellifera).
La mancata o risibile raccolta durante le fioriture principali, come millefiori primaverili e acacia e poi tiglio e castagno, hanno messo a nudo la penuria di pascoli alternativi per le api, mancando in gran parte del Trentino prati polifiti con essenze nettarifere. L’allarme circa l’influenza degli agrofarmaci non è supportato da dati concreti mentre i problemi sanitari sono chiaramente evidenti, mostrando in alcune situazioni sintomatologie poco chiare. A preoccupare gli apicoltori non è solo la mancata produzione di miele ma anche lo stato di sviluppo degli alveari, che non fanno prevedere un adeguato svernamento. Infatti gli alveari in molti apiari sono estremamente deboli, con poche api e in costante affamamento. Questo potrebbe pregiudicare la sopravvivenza di molti alveari in fase invernale con una ricaduta sulla stagione prossima sia per gli apicoltori che per l’impollinazione di piante agrarie e naturali. In tal senso si rende necessario un’approfondita analisi della situazione per individuare, oltre ad azioni immediate a sostegno dell’apicoltura, strategie di medio e lungo periodo soprattutto considerando le rilevanti connessioni di questo importante comparto con il mondo agricolo nonché ambientale.
Tutto ciò premesso,
il Consiglio impegna la Giunta provinciale
1. a promuovere la costituzione di un tavolo di lavoro permanente, finalizzato alla programmazione degli interventi in modo coordinato con le diverse associazioni di apicoltori presenti in Trentino, l’APSS e la PAT tenendo in considerazione le competenze delle strutture coinvolte in particolare nei settori sia dell’agricoltura che dell’ambiente.
2. a sostenere una massiccia azione di formazione e di informazione nei confronti degli apicoltori professionisti e hobbisti, volta alla sensibilizzazione del ripristino dello stato nutrizionale degli alveari al fine di ottenere colonie svernanti adeguate, anche avvalendosi della collaborazione della Fondazione Edmund Mach;
3. a prevedere un contributo per gli apicoltori sia professionisti che hobbisti, per l’acquisto di nutrimento per le api anche sfruttando appieno le risorse del programma operativo dell’OCM miele;
4. a riferire alla commissione consiliare permanente competente per materia entro due mesi dall’approvazione del presente atto sulle iniziative adottate, al fine di dare attuazione ai punti precedenti.